Lo avreste mai detto? Anche le fantasie degli italiani seguono il progredire dei tempi e quella più diffusa tra gli italiani è quella di fare sesso in chat con sconosciuti. Una volta si pensava alla sveltina del mistero… ora non ci si impegna manco più di tanto fisicamente a quanto pare. Che le persone stiano scoprendo il sesso cerebrale?
E’ proprio questa la fantasia giudicata più eccitante dagli italiani, secondo un sondaggio eseguito dall’Istituto di ricerca Tecné su un campione di cittadini italiani dai 18 ai 60 anni, che abitualmente utilizzano internet. Certo, non è solo quella, ma non c’è da stupirsi più quindi se se parla di sesso, se le cam ed il porno mobile continuano ad essere da mesi le cose più ricercate in rete. Ma attenzione, le fantasie degli italiani non si fermano qui. In realtà, donne e uomini ammettono senza problemi di sognare spesso di fare sesso davanti allo specchio, per guardare e vivere il rapporto sessuale con uno sguardo voyeuristico che altrimenti non avrebbero.
Anche qui il “guardare”, il vedere dall’esterno diventa il fulcro di tutto, come se gli italiani sentissero il bisogno, attraverso queste fantasie, di evadere dal solito sesso o dal solito rapportarsi tra loro. Ed in tal senso è ancora più importante vedere come subito dopo di queste fantasie vi siano quelle di utilizzare accessori erotici come vibratori e dildo all’interno del rapporto, sperimentare nel campo del BDSM e fare sesso estremo. Avete notato una cosa? Rispetto al passato le fantasie degli italiani stanno virando su una tipologia di sesso che possono mettere in pratica senza problemi. C’è quindi da chiedersi perché le considerino come fantasie… alla fine, anche il sesso virtuale con lo sconosciuto è tutt’altro che irrealizzabile, grazie a Skype ed a tutti i servizi che la rete mette a disposizione. E voi cosa ne pensate? Ci sono anche le vostre fantasie nel nostro elenco?
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Sesso in cucina: il più amato dagli italiani
E’ il sesso in cucina quello più amato dagli italiani. Tra mattarelli di fallico ricordo e farina e cibarie varie da potersi spalmare sul corpo, la sveltina sul tavolo apparecchiato tanto presa in giro per anni sembra essere in realtà un must al quale nessun italiano si sente di rinunciare. Niente sesso sulla lavatrice, sebbene la centrifuga possieda ancora quel particolare fascino che la rende un piccolo gioiello: la cucina può contare su un vero e proprio kamasutra dedicato, basato sull’interazione tra le parti intime della coppia e le varie location disponibili all’interno della stanza. Il tavolo rimane un must, soprattutto per il sesso anale ed un doggie style rivisitato, ma anche il lavandino con tanto di stoviglie sporche sembra risvegliare istinti sessuali animaleschi. Lo sapevate che ben oltre l’80% degli uomini preferisce avere rapporti sessuali in cucina che negli altri locali della casa?Sarà il fascino del grembiule che stuzzicava tanto anche i nostri avi, sarà quell’ancheggiare e quel movimento del bacino spesso involontario quando si impasta…ma i gusti degli italiani sono questi.
Quanto “vale” la famiglia?
☞Mettiamo da parte i “sacri principi”. Archiviamo tradizioni ed istituzioni rodate da secoli. Lasciamo perdere il “senso” dei valori. Magari arriviamo – come si sta facendo da decenni – a proclamare la “morte della famiglia”, nel nome dell’indifferentismo etico e dei generi. E poi tiriamo le somme, in termini esistenziali ed economici, antropologici e sociali. Che cosa ne ricaveremmo? Che il tramonto del “buon senso antico”, proprio quello che ha orientato, per millenni, gli uomini, le donne, le famiglie e le società occidentali, ha dei costi sociali, oltre che individuali, in grado di spezzare le esistenze ed i bilanci, l’equilibrio dei singoli e quello delle comunità.
A dirlo non è qualche inguaribile “reazionario”, ma studi aggiornati e scientificamente testati. Ultimo in ordine di tempo il rapporto “Famiglie divise: perché conta la stabilità”, pubblicato dal think-tank britannico Center of Social Justice (CSJ). L’indagine è particolarmente significativa in quanto oggi, in Gran Bretagna, un quarto di tutte le famiglie con figli a carico sono guidate da un solo genitore, ed il Paese mostra uno dei più alti tassi di rotture familiari nel mondo sviluppato. Come dire: teniamo d’occhio quanto accade Oltre Manica, perché prima o poi anche qui dovremo confrontarci con queste tendenze. Per scoprire che cosa ?
Intanto che per ognuna delle seimila sterline che il governo inglese spende per i costi delle famiglie sfasciate, soltanto una sterlina viene spesa per aiutare le famiglie a mantenersi unite. Con il risultato che il totale dei costi delle rotture familiari ammonta a 46 miliardi di sterline all’anno (poco più di millecinquecento sterline per ogni contribuente). Questi valori, si legge nel dossier del CSJ, sono aumentati di quasi un quarto negli ultimi quattro anni.
Un’altra grave conseguenza dell’indebolimento della vita familiare è l’assenza di modelli maschili per i figli. Secondo il rapporto almeno un milione di bambini cresce senza la presenza di un padre in casa. Il CSJ, inoltre, descrive come alcune delle regioni più povere del paese siano diventate dei “deserti maschili” poiché ben poche scuole primarie dispongono di insegnanti uomini. In Inghilterra e Galles un quarto delle scuole primarie sono totalmente prive di insegnanti di sesso maschile, mentre quattro quinti delle scuole primarie ne hanno meno di tre.
L’assenza di padri e di modelli di riferimento maschili, sottolinea il rapporto, è legata a più alti tassi di delinquenza minorile, a precarietà economica e a gravidanze precoci.
L’assenza di padri e di modelli di riferimento maschili, sottolinea il rapporto, è legata a più alti tassi di delinquenza minorile, a precarietà economica e a gravidanze precoci.
Il direttore del CSJ Christian Guy ha osservato che i politici trovano sempre delle scuse per non aiutare le famiglie. Alcuni di loro affermano che la politica non debba interferire nelle questioni personali, altri ritengono che i cambiamenti nelle famiglie sono semplicemente parte della vita moderna, mentre altri ancora, addirittura negano che esista il problema del collasso della famiglia.
“Questo atteggiamento deve cambiare. Il collasso della famiglia è un urgente tema di salute pubblica” – dichiara Guy.“Porsi l’obiettivo di ridurre l’instabilità non equivale a criticare o stigmatizzare i genitori single o i loro figli” – ha detto. Dobbiamo percepire che il sostegno al matrimonio “non è un’ossessione conservatrice ma un tema di giustizia sociale”.
E qui siamo al nocciolo della questione. A meno di non volere giocare con le parole da qui, anche da qui, dal rapporto tra crisi e relativismo etico, bisogna partire per ripensare su nuove basi il tema della “giustizia sociale”. Che non può evidentemente ridursi ad essere uno slogan usurato, un auspicio, un tranquillante per le coscienze, un passaggio di routine in qualche sbiadito appello elettorale, ma deve partire dalla realtà, misurarsi sui numeri e le ragioni della crisi, evidenziare lo stretto rapporto tra ruolo della famiglia e crescita sociale, tra tenuta della società e tutela dell’istituto familiare, tra deficit esistenziali e deficit economici. Prenderne atto vuole dire attivare le doverose contromisure. Fare finta di niente o peggio falsare la realtà significa condannare le future generazioni ad una crisi cronica.
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