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Vendita Bari Calcio la storia infinita

Written By Unknown on Friday, July 26, 2013 | 8:03 AM



 




La famiglia Matarrese "vuole vendere, noi abbiamo la possibilità di acquistare, ma nelle condizioni attuali il club non lo può acquistare nessuno". Paolo Montemurro e Luigi Rapullino, per le aziende Nuova Grigliati Meridionali e Sideralba, hanno spiegato ai cronisti la loro ricostruzione dei fatti sulla fallita trattativa per l'acquisto del Bari. Nei giorni scorsi era stato Matarrese ad accusare la cordata di voler fare "le nozze con i fichi secchi" ed aveva ribadito che il club restava in vendita.
"Noi conserviamo ancora un barlume di speranza se la nostra controparte risolverà alcuni problemi", ha aggiunto Montemurro riferendosi alla situazione indefinita, allo stato, delle pendenze del Bari verso l’erario e verso altri creditori.
Luigi Rapullino, invece, dopo aver proposto la propria cronistoria degli incontri, ha specificato che "l'offerta fatta da mio padre Tommaso era di undici milioni e mezzo di euro, e la caparra da noi proposta era di un milione e mezzo". Sulla rateizzazione del pagamento finale, uno dei nodi cruciali della trattativa, è intervenuto uno dei consulenti della cordata, l'avvocato Giuseppe Pistone: "Avremmo pagato l’importo – ha detto – in un numero di anni pari a quello nel quale la Salvatore Matarrese avrebbe estinto il debito che gravava sul club".
Tra gli elementi che hanno creato la frattura tra le parti c'era il passaggio della bozza di preliminare riguardante le modalità dell’interregno in co-gestione Matarrese-Montemurro: "avevamo individuato la possibilità – ha detto un altro consulente – che la Salvatore Matarrese passasse le proprie quote ad una partecipata come soluzione tecnica e per dare un segnale di discontinuità gestionale rispetto al passato, sollevando i Matarrese da possibili critiche della piazza". "Di sicuro non avevamo nessun problema a co-gestire il club, - è stato detto ancora – anche perchè contrattualmente era prevista l’offerta da parte del gruppo cedente della propria esperienza per garantire la transizione".






Mister X: esiste davvero? Perché non si è andati avanti nella trattativa?

«Mister X esiste davvero, tutto è certificato, ci sono le mail che testimoniano la veridicità della trattativa e “tracce” in istituti bancari baresi. Ha offerto 15 milioni di euro, ma sarebbe stato necessario più tempo per una serie di circostanze. A questo punto abbiamo preferito dare spazio alla cordata Montemurro-Rapullino anche perché i tifosi premevano in tal senso. E mister X si è ritirato a causa della nostra determinazione a voler trattare con Montemurro, a voler andare avanti così come ci “chiedevano” i tifosi».

Ma il Bari quanto costa realmente?

«Non c’è un prezzo di mercato definito. È come quando si acquista un quadro, se ti piace lo compri. Il prezzo si stabilisce durante la trattativa. L’ultima offerta verbale, è quella di undici milioni e mezzo. Ma pur di cedere il club, eravamo disponibili a uno sconto».

È possibile che Rapullino e Montemurro non vi abbiano fatto capire prima le loro intenzioni?

«Forse abbiamo sbagliato ad andare avanti per così tanto tempo. Settantaquattro giorni rappresentano un periodo più che sufficiente per predisporre una disponibilità bancaria e una dilazione in tempi lunghi».

Quale sarebbe invece un’offerta ragionevole?

«Dodici milioni, il trenta per cento da versare subito, il resto da versare in tre anni sarebbe una proposta realistica. Ma ripetiamo che in una trattiva concreta si possono trovare molti punti di reciproca soddisfazione».

Vista la pesante situazione debitoria, tecnicamente il Bari è una società vendibile? Oppure è imprigionato dentro se stesso?

«Tecnicamente l’operazione è semplicissima: chi compra ha la certezza assoluta di una società libera da ogni passività. Il gruppo Matarrese ha detto chiaro e tondo che si accolla i debiti, perché sono debiti

creati dallo stesso gruppo nel corso della gestione, così come capita a tutte le società calcistiche italiane. Noi dobbiamo solo gestire concordati con i nostri creditori, che ovviamente rilascerebbero una liberatoria. Chi subentra troverebbe una situazione assolutamente e totalmente ripulita da qualsiasi
tipo di pendenza».

Quando e come è iniziata la trattativa per la vendita?

«Il 3 maggio con la sottoscrizione di una manifestazione di intenti e dell’accordo di riservatezza. La cordata Rapullino-Montemurro ci è stata presentata e caldeggiata dal gruppo di tifosi riunito sotto l’insegna dello Tsunami biancorosso».

Come mai l’As Bari non è ancora riuscita ad ottenere la rateizzazione del debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate?

«Anche per colpe nostre, non siamo riusciti a portare a termine l’accordo. Ma ci stiamo lavorando

sopra, è una cosa che stiamo trattando. Non si tratta di evasione fiscale, sia chiaro. Ma di una semplice rateizzazione prevista dalla legge. Questo permetterebbe programmi migliori e anche più ambiziosi».

Come vi comporterete in un’eventuale futura trattativa?

«Saremo più attenti nella valutazione degli acquirenti e più veloci a concretizzare: noi vogliamo

 lasciare il Bari in mani sicure».

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Scommesse: Bari-bis, via a secondo grado


Davanti a Corte Giustizia 15 ricorsi tra cui quello di Gillet

 
 

Scommesse: Bari-bis, via a secondo grado
E' iniziato davanti alla Corte di Giustizia federale il processo di secondo grado al calcioscommesse sul filone Bari-bis. Si parla delle presunte combine di Bari-Treviso 0-1 dell'11 maggio 2008 e Salernitana-Bari 3-2 del 23 maggio 2009. Davanti alla corte presieduta dal dott. Gerardo Mastrandrea si discuteranno 15 ricorsi, compreso quello del portiere Jean Francois Gillet, condannato a 3 anni e 7 mesi di squalifica, e quello invece presentato dal procuratore federale Stefano Palazzi contro l'assoluzione dell'ex giocatore del Treviso, William Pianu. Gli altri ricorsi riguardano Massimo Ganci (4 anni di stop in primo grado), Gianluca Galasso (3 anni e 7 mesi), Stefano Guberti, Daniele De Vezze, Vitali Kutuzov, Luca Fusco, Ivan Rajcic, Francesco Caputo, Simone Bonomi, Raffaele Bianco, Alessandro Parisi, Vincenzo Santoruvo (per tutti 3 anni e mezzo di squalifica), e Corrado Colombo (6 mesi). Non hanno invece presentato ricorso Cosimo D’Angelo (cui è stata inflitta un'inibizione di 4 anni), assieme a Nicola Belmonte, Massimo Bonanni, Mariano Martin Donda, Santiago Ladino e Vitangelo Spadavecchia, squalificati tutti per 6 mesi. Al termine del procedimento di primo grado di fronte la Commissione Disciplinare Nazionale, che si era svolto il 4 e 5 luglio, erano state inflitte squalifiche ed inibizioni nei confronti di 30 tra tesserati e società, comprese le 10 istanze di patteggiamento accolte, su un totale di 33 deferiti.

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