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Primo Piano

Written By Unknown on Tuesday, July 23, 2013 | 2:13 AM

Finanziamento ai partiti, è stallo. Letta pensa a un decreto

Pd e Pdl hanno presentato oltre 150 emendamenti al ddl. Ieri sera vertice sul tema. Quagliarello: "Il governo non vuole rimandare alle calende greche

premier Enrico Letta
Manca ancora l’accordo all’interno della maggioranza, fra Pd e Pdl, sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. La scorsa settimana sono stati presentati oltre 150 emendamenti al disegno di legge, troppi per far credere che quando, il 26 luglio, il testo arriverà in aula, non vi siano problemi. Il governo ha per questo convocato ieri sera un vertice di maggioranza, con il ministro per le Riforme Gaetano Quagliarello e i relatori sul disegno di legge, Emanuele Fiano per il Pd e Maria Stella Gelmini per il Pdl, oltre a Francesco Paolo Sisto, presidente della Commissione Affari Costituzionali, e a Raffaele Fitto, deputato Pdl.
Quagliarello ha spiegato: “Il governo ha una sua linea precisa e una volontà di confronto e anche di approfondimento, perché sa benissimo che questo è un nodo fondamentale per la democrazia, però sa anche che una cosa è confrontarsi, altra cosa è tergiversare: il governo non è disponibile a rimandare alle calende greche“. L’esecutivo punterebbe quindi ad individuare una linea comune, dato che gli emendamenti presentati, il cui esame inizierà oggi in commissione Affari Costituzionali alla Camera, vanno in direzioni opposte. In caso contrario, il premier Letta avrebbe già pronto un decreto legge per superare le divisioni su una legge importante per il governo, soprattutto nei confronti dell’opinione pubblica.
Letta avrebbe già fatto sapere che, se non dovesse arrivare il primo sì della Camera al disegno di legge, l’esecutivo dopo l’estate presenterà un decreto. Critico l’ex tesoriere Ds Ugo Sposetti, strenuo difensore del finanziamento pubblico ai partiti, che ha affermato: “Quando il governo è in difficoltà rispolvera il tema dell’abolizione del finanziamento pubblico, che piace alla gente anche se non risolve i problemi”. Nel vertice serale si dovrebbe cercare una mediazione fra i vari emendamenti, anche se per ora non c’è nessun coordinamento fra le modifiche proposte. Il Pd vorrebbe infatti rafforzare il finanziamento indiretto del due per mille dei cittadini, passando ad una percentuale del 2,5 per mille, mentre il Pdl vorrebbe abolire il due per mille, e cancellare l’assegnazione ai partiti da parte dello stato di sedi e spazi tv, punto sul quale convergono alcuni emendamenti presentati a titolo personale da esponenti renziani del Pd.
Democratici e pidiellini sarebbero poi nettamente in disaccordo sulla prima parte del ddl, firmata proprio da Letta, riguardante le regole di democrazia interna dei partiti e i requisiti degli statuti. Il governo, da parte sua, è fermo nel volere l’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti, e il passaggio a un sistema di libera scelta dei cittadini. Molto più netta, invece, la posizione del Movimento 5 Stelle, che con i suoi emendamenti propone di abolire completamente, e da subito, il finanziamento pubblico, posizione che, però, sembra rimanere isolata.

L'ALTRO PD VUOLE I SOLDI AI PARTITI
Finocchiaro: doveroso finanziare i partiti
La senatrice Pd: c'è chi fa finta di non sapere che le lobby criminali hanno tale disponibilità di denaro da fare un sol boccone dei partiti.


Desk7
martedì 23 luglio 2013 12:01



  
"Dire 'partito' oggi è come pronunciare una bestemmia. 'Dirigente di partito' è accezione negativa. Nel dibattito sulle riforme costituzionali continua a mancare anche solo la citazione di un soggetto la cui importanza è invece definitiva per scegliere tra le diverse opzioni di riforma e, in particolare, tra quelle che riguardano la forma di governo. Eppure ai partiti politici la Costituzione dedica l'art. 49, annettendo ad essi importanza centrale nella definizione dell'identità democratica del nostro sistema". Lo afferma Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e presidente della commissione Affari costituzionali, in un articolo uscito sull'Unità. "Le forme democratiche riservate agli iscritti - aggiunge la Finocchiaro - vengono guardate con sospetto, e non parlo del finanziamento pubblico, che per essere politically correct non può che essere abolito, facendo finta di non sapere che anche l'uno per mille è un costo pubblico, e che in questo Paese le lobbies non sono regolate, e i poteri criminali hanno una tale disponibilità di capitale da fare un sol boccone di un partito intero, e neanche tra i più piccoli".
Allo stesso modo, insiste la senatrice del Pd, "chi ripropone un disegno di legge di attuazione dell'art. 49, fondato sulla considerazione che i partiti devono garantire la pubblicità e il controllo dei propri bilanci, assicurare democrazia interna e controllo sugli iscritti, viene considerato un nemico della democrazia e un pericoloso eversore". Questo, conclude, "nel silenzio imbarazzato dei tanti parlamentari che quella proposta di legge avevano firmato in questa e nella precedente legislatura. E che di quella proposta si erano fatti orgogliosi propugnatori in campagna elettorale, trattandosi di uno degli otto punti programmatici del Pd".

p.s.) avete capito? che vergogna avere certa gente in Parlamento!

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Lady Gaga V Magazine

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Nada Al-Ahdal, scappa di casa ad 11 anni per non sposarsi

   
nada-from-yemen

 

SAN’A’ (YEMEN) - Nada Al-Ahdal è una ragazza yemenita di 11 anni con un coraggio fuori dal comune. Appena è venuta a sapere che sua madre stava cercando di darla in sposa ad un un uomo che vive in Arabia Saudita è scappata di casa.
La famiglia di Nada, povera e con altri otto figli da sfamare, accettò la proposta di matrimonio del facoltoso arabo. Nada invece prese i bagagli e andò a vivere con suo zio Abdel Salam al-Ahdal, impiegato come tecnico grafico in una televisione locale, con cui vive tuttora.
Nel video che sta facendo il giro del web in questi giorni, Nada spiega le ragioni per cui ha deciso di fuggire di casa e rifiutare il matrimonio combinato. “Preferirei morire piuttosto che sposarmi così giovane. Non avrei avuto una vita ed una educazione se non avessi fatto cosi”, ha detto Nada.

 
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Abdicazione di Re Alberto II del Belgio e inaugurazione del re Filippo

J uly 21, 2013 – Brussels, Belgium – Queen Mathilde of Belgium and King Philippe of Belgium are seen greeting the audience from the balcony of the Royal Palace during the Abdication Of King Albert II Of Belgium, & Inauguration Of King Philippe on July 21, 2013 in Brussels, Belgium. Lapresse



Da domenica 21 luglio il Belgio ha un nuovo re. E una nuova regina. Il 53enne Filippo, figlio di Alberto II che ha abdicato in suo favore, ha giurato per la successione diventando così il settimo monarca del Paese. A suo fianco la moglie Mathilde, in tubino chiaro e guanti, molto elegante, impeccabile nel ruolo di neo regina.
Meno di due ore dopo che il 79enne ha rinunciato al suo incarico durante una cerimonia al palazzo reale, alla presenza anche del premier Elio Di Rupo, Filippo ha promesso di tener fede alla legge e alla Costituzione della nazione. Alla cerimonia non erano presenti reali di altri Paesi, ma diversi funzionari esteri. Il nuovo re dovrà affrontare le spinte alla frammentazione interna, con movimenti separatisti che vogliono dividerlo. Il simbolo più evidente delle differenze interne è la lingua: 6 milioni di persone parlano fiammingo, 4,5 milioni francese. Alberto II è stato molto impegnato per l’unità nei suoi vent’anni di regno e ora la difficile eredità tocca al successore.

p.s.) i migliori auguri alle Loro Maestà




A 76 anni Paola lascia il trono del Belgio - Quando nel '59 sposò Alberto, era la ragazza più bella di Roma - Il regno costellato di piccoli scandali e tanta pazienza per la “scappatella” con tanto di figlia del marito - Negli ultimi anni il legame sempre più solido...


Non era particolarmente amata dai belgi, quanto invece lo è oggi la quieta Matilde, tanto impeccabile da sembrare finta. Finta Paola non è sembrata mai. Era l'ultima regina italiana: da ieri a 76 anni ha lasciato il trono e ogni ruolo pubblico e lo ha fatto con un sospiro di sollievo.
Paola Ruffo di Calabria
Avrà più tempo per la famiglia, i tre figli, i dodici nipoti, più spazio per le sue sincere attività di volontariato e per gli impegni di Rinnovamento Carismatico in cui trovò cattolicissimo conforto nei tempi difficili. Si fa fatica a credere ci siano stati tempi difficili per una regina cresciuta e vissuta come lei nel privilegio, donna Paola Ruffo di Calabria dei principi di Scilla, nata bene a cominciare dal posto, Forte dei Marmi, settima e ultima figlia dell'asso italiano dell'aviazione Fulco Ruffo di Calabria.
Frequentava tutti i balli aristocratici della Dolce vita quando, in un ricevimento all'ambasciata belga per l'incoronazione di papa Giovanni XXIII, incontrò il principe Alberto che rimase folgorato dalla sua bellezza. In effetti era considerata la ragazza più bella di Roma: fascinosa, elegante, chic, nonché di ottima famiglia. Il matrimonio fu celebrato nel luglio ‘59 nella cupa cattedrale di Sainte Gudule a Bruxelles davanti a tutto il gotha europeo. Nel suo pregiato velo di pizzo antico, la sposa splendeva di una bellezza botticelliana ma aveva lo sguardo già velato di malinconia.
Paola Ruffo di Calabria
I giornali la definirono «un lampo di luce nelle nebbie della corte più austera d'Europa» ma presto la rimproverarono di preferire le vacanze alla beneficenza e di non volere imparare il fiammingo. Nei primi e faticosi anni a palazzo, la sua riuscita come principessa fu deludente se non pessima, i termini di paragone essendo quelli monastici e ascetici della regina-suora Fabiola, più sposa di Cristo che di re Baldovino.
Paola, l'italienne, era l'esatto opposto: bellissima, inquieta, insofferente al protocollo, spesso fuggitiva in incognito, fotografata su una spiaggia della Costa Smeralda teneramente abbracciata a un belloccio dalla barba bruna. Nel ‘69 dà scandalo quando, sempre in incognito, viene respinta davanti ai sacri portoni di San Pietro come una turista qualunque perché la sua minigonna è considerata indecente. Un altro scandalo la investe a Bruxelles quando Adamo, ex minatore diventato cantante, le dedica una canzone fremente di adorazione piagnucolosa giudicata non casta, "Dolce Paola".
Paola Ruffo di Calabria
Regina "per caso", quando vent'anni fa suo marito sale al trono succedendo al fratello Baldovino morto prematuramente, Paola sembra aver risolto i suoi dissidi coniugali che avevano portato la coppia sull'orlo del divorzio. Per colpa di chi? Se era lei, in gioventù, la paparazzata e l'intemperante, fu lui però che ebbe una figlia segreta da un'amante baronessa; proprio in questi giorni Delphine Boël, che oggi ha 45 anni, si è rivolta al tribunale chiedendo il riconoscimento di paternità.
Paola Ruffo di Calabria
Mai un lamento in pubblico. Con dignità e riservatezza, "Dolce Paola" si è dimostrata una formidabile incassatrice, riuscendo a mediare i conflitti, si disse, anche attraverso la fede. Ha anche saputo invecchiare con grazia e signorile rassegnazione, senza deturparsi con plastiche e lifting. E proprio nella terza età, in un progressivo riavvicinamento, è diventata la più fida consigliera del marito, la sua ombra.
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Il low profile del Cavaliere: rimpasto solo dopo la sentenza

Berlusconi impone al partito una moratoria su etica ed economia in attesa della Cassazione. E il centrodestra vola nei sondaggi al 35%



Non potendosi spaccare su quelli che sono davvero gli argomenti caldi del momento, nel Pdl si decide di incrociare le spade sui temi etici. Dalla legge contro l'omofobia fino ai matrimoni gay, sono questi i dibattiti che nelle ultime ore tengono banco non solo all'interno della maggioranza ma anche dentro un Pdl sempre più sfilacciato tra chi chiede una moratoria sui cosiddetti temi etici e chi invece auspica interventi veloci e, soprattutto, coraggiosi.
frzgncc13 sergio degregorio

 
D'altra parte, Silvio Berlusconi è stato chiaro e ha imposto a tutti il low profile sia sull'affaire kazako sia sul triplo incarico di Angelino Alfano (vicepremier, ministro e segretario di partito), mettendo a tacere sul nascere le insofferenze che in via dell'Umiltà si manifestano ormai da settimane e le critiche di chi immaginava una soluzione diversa del caso Ablyazov.
Fino al 30 luglio, insomma, il Pdl è di fatto commissariato da un Cavaliere che ha detto chiaro e tondo di non voler sentire volare una mosca. «Il messaggio che dobbiamo dare è quello di un partito unito e compatto», ha ripetuto in questi giorni a diversi interlocutori. E ancora: «Nessuna polemica con Enrico Letta e nessun attacco all'esecutivo». E tanto è convinto della linea prudente che nell'ultima settimana Berlusconi s'è pure guardato bene dal concedersi i consueti sfoghi telefonici con questo o quel parlamentare, proprio per evitare che le sue parole finissero – come spesso accade in queste occasioni – sui giornali. Il Cavaliere, insomma, la linea Coppi la sta seguendo alla lettera e - nonostante le sue perplessità sulla magistratura restino tutte invariate - non vi è traccia in queste ore di alcuna polemica né di lamentele.
L'ex premier, dunque, resta blindato ad Arcore anche lunedì e riduce al minimo i contatti con l'esterno. La strategia rimane quella dell'attesa, almeno fino al 30 luglio, quando la Cassazione si pronuncerà sul processo diritti tv Mediaset: solo allora si capirà quale sarà il destino di un esecutivo che in un modo o nell'altro necessariamente risentirà della decisione della Suprema corte. Al di là delle intenzioni dei protagonisti, infatti, è chiaro che un'eventuale conferma della condanna a Berlusconi con conseguente interdizione dai pubblici uffici non può non condizionare un esecutivo già azzoppato dall'affaire kazako. Solo dopo il 30 luglio, però, si apriranno eventualmente le danze. «Fino ad allora nessun colpo basso al governo», ha ripetuto come un mantra Berlusconi ai big del partito. Tanto che pure i più critici – vedi Renato Brunetta o Daniele Capezzone – continuano sì a tenere alta la tensione sull'esecutivo ma con toni decisamente meno duri. Il capogruppo del Pdl alla Camera, per esempio, si guarda bene dall'usare la parola rimpasto e replicando al segretario del Pd Guglielmo Epifani chiede invece un «patto di legislatura» fino al 2018. E pure un falco come Daniela Santanché dice no al rimpasto, perché – spiega l'ex sottosegretario - ci sono altre priorità sul fronte economico.
La verità è che la questione aleggia e solo fra sette giorni – dopo la sentenza della Corte di Cassazione – si capirà se il tema della verifica di governo è o no all'ordine del giorno. Solo allora si potrà iniziare ad aver più chiaro se la finestra di ottobre per un eventuale voto anticipato è davvero del tutto chiusa o se, magari, si ragiona su elezioni nei primi mesi del 2014. Oppure se davvero il governo è destinato a durare fino al 2015 o addirittura – stando allo scenario di Brunetta – fino al 2018. Nel frattempo, i sondaggi continuano a premiare il centrodestra. Secondo la rilevazione Emg per TgLa7, infatti, se si votasse adesso si attesterebbe al 35% contro il 33,2 del centrosinistra e il 20 del M5S. Con Enrico Letta che nell'ultima settimana perde un punto di fiducia e scende al 38%.

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Germania, riapre la caccia a ex gerarchi nazisti

Ricompense da 25mila euro

 

In Germania riapre la caccia. Ai nazisti. Perché, come recita il manifesto del centro Simon Wiesenthal (l’organizzazione che ogni anno stila una lista degli ex gerarchi del Terzo Reich più ricercati), è "tardi, ma non troppo tardi".
Quasi settant’anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Germania rilancia la caccia agli ultimi nazisti in fuga tramite una campagna di affissioni pubblicitarie che a partire da oggi saranno presenti in tutte le grandi città tedesche: una foto in bianco e nero che mostra l’ingresso del campo di concentramento nazista di Auschwitz-Birkenau, sotto al titolo "Operazione ultima chance".
La campagna per trovare i nazisti ancora nascosti


poster

p.s.) cui prodest? Sono tutti morti!
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Baci bollenti tra Riccardo Scamarcio e Sharon Stone

Immersi nel verde e alla luce del sole il bell'attore italiano e la sexy diva americana per eccellenza si baciano con trasporto. Ma cosa succede?

scamarcio e stone sul set


Passata alla storia per l'accavallamento di gambe più hot che mai ci sia stato sul grande schermo, Sharon Stone ancora oggi, nonostante non sia più una giovinetta, in fascino e sex appeal non ha perso nemmeno una marcia. E se poi ci aggiungiamo che, per quanto riguarda Riccardo Scamarcio (, conosciamo benissimo che il suo "debole" verso donne più mature di lui (visto che da anni sta insieme a Valeria Golino con la quale si passano 13 anni...), uniamo le cose e i giocho sono fatti.
Ed ecco i due che si baciano con trasporto dopo essersi guardati a lungo languidamente. E come resistere a tale fascino da ambedue le parti? E Valeria Golino? Pensiamo l'abbia presa bene. Perché è solo lavoro! Scamarcio e la Stone sono infatti sul set cinematografico dell'ultima pellicola di Pupi Avati (con protagonista anche Cristiana Capotondi che praticamente è ovunque), che si intitola "Un Ragazzo d'oro".
Appunto.Come potrebbe il bel Riccardo tradire così sotto gli occhi di tutti la sua Valeria? Anche se con Sharon Stone, che è un ben di Dio per gli occhi, Scamarcio è un uomo del Sud, dai sani principi. Però il feeling tra i due attori è scattato subito. Sarà che Scamarcio con le donne di una certa età ci sa fare, sarà che poi la Stone ha uno charme che farebbe cadere ai suoi piedi anche le pietre, insomma la sintonia è stata semplice da trovare.
La diva di Basic Instinct si è detta molto felice di questa esperienza italiana a fianco di Scamarcio e ha dichiarato tutto il suo amore per il nostro Paese. E poi, diciamocela tutta, Scamarcio è un bel tocco di ragazzo, per cui la Stone non pensiamo abbia avuto tutte queste difficolgtà a calarsi nella parte della matura seduttrice. E grazie che le piace l'Italia, mica scema!

 
 
 
Sharon Stone: "Sono una fan di Papa Francesco e di Scamarcio"
 
 
 
 
(Adnkronos) - La star Usa a Roma: "Sono innamorata di Roma e dei film italiani, da Fellini a Visconti fino a Tornatore"  /L'attore pugliese: "Al telefono con lei mi sono veramente emozionato
 
 
 
(Adnkronos) - Fan di Papa Francesco ma anche del 'golden boy' Riccardo Scamarcio, innamorata di Roma e del cinema italiano da Fellini a Visconti fino a Tornatore. E' una Sharon Stone raggiante e disponibile con la stampa, quella che si presenta alla Casina Valadier al Pincio per un cocktail di 'arrivederci' organizzato dalla DueA dei fratelli Avati e da Rai Cinema, per festeggiare la felice conclusione della partecipazione della star americana al nuovo film di Pupi Avati 'Un ragazzo d'oro', che si gira in queste settimane nella Capitale.Abito color pesca e occhiali da sole, Sharon Stone è piena di complimenti per il regista italiano e per i suoi compagni di set: "Sono stata molto contenta che i fratelli Avati (Pupi alla regia e Antonio alla produzione, ndr), che ammiro moltissimo, mi abbiano chiamato per girare questo film. Amo la sensibilità di Pupi e il suo modo di dirigere gli attori". Parole di ammirazione anche per il giovane collega Riccardo Scamarcio, che nel film perdera' la testa per lei: "Riccardo è davvero un golden boy -dice la star Usa giocando sul titolo del film che è appunto 'Un ragazzo d'oro' - è veramente bravo, l'avevo già visto recitare e ho avuto la conferma durante le riprese".


Stone, 55 anni portati egregiamente, si dichiara anche "fan, una vera fan di Papa Francesco". Ma rivolge una dichiarazione d'amore anche al cinema italiano: "Per noi americani già il cinema europeo ha sempre rappresentato qualità. Per quelli della mia generazione, poi, registi come Fellini e Visconti sono stati i grandi maestri. E questo è uno dei motivi per cui essere stata chiamata a girare un film a Roma con Pupi Avati è motivo di grandissimo orgoglio". A chi le chiede quali siano i suoi film italiani preferiti, confessa: "Ho amato moltissimo 'Il giardino dei Finzi-Contini' ma anche 'Nuovo cinema Paradiso'".
La stima della star americana è ampiamente ricambiata sia da parte di Scamarcio che di Pupi Avati. L'attore ammette anche di aver avuto qualche momento di emozione "quasi paralizzante": "Quando dovevamo girare una scena di una telefonata tra me e Sharon, ho avuto qualche difficoltà a darle le battute. E ad un certo punto mi sono fermato e le ho detto: 'Scusami, ma faccio veramente fatica a non pensare che sono al telefono con Sharon Stone'...".
Nel film il personaggio della Stone che è l'affascinante proprietaria di una casa editrice, incontra Scamarcio al funerale del padre scrittore e il giovane, nonostante sia in compagnia della fidanzata, interpretata da Cristiana Capotondi, ne rimane folgorato. "E' stata un'esperienza molto bella girare insieme ad una professionista del suo calibro -afferma il regista Pupi Avati , parlando della star statunitense- anche se il primo giorno a piazza del Popolo la sua popolarità ci ha creato anche qualche problema di ordine pubblico ", sorride. "Speriamo che la sua partecipazione - sottolinea senza troppi giri di parole il produttore Antonio Avati - porti bene al film, per adesso è stata senz'altro una esperienza indimenticabile". Alla Casina Valadier a festeggiare l'attrice statunitense c'era anche tutto lo stato maggiore di Rai Cinema, capitanato dall'ad Paolo Del Brocco.

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Pdl: Berlusconi, a settembre il nuovo lancio di Forza Italia

Pdl: Berlusconi, a settembre il nuovo lancio di Forza Italia


(ASCA) -  ''Abbiamo deciso di tornare a Forza Italia perche' vorremmo, come ci riusci' 20 anni fa, rivolgerci ai giovani e ai protagonisti del mondo del lavoro per chiedere di interessarsi al nostro comune destino''. Lo scrive su Facebook il leader del Pdl Silvio Berlusconi. ''Non e' giusto che solo alcuni si interessino del nostro Paese e gli altri guardino da lontano criticando chi invece si impegna. Spero che con il lancio di Forza Italia nel mese di settembre possano aggiungersi a noi tanti italiani con il loro entusiasmo e loro passione'', conclude Berlusconi. ceg/mau

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