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La cabina dell'amore V.M. 18 anni

Written By Unknown on Sunday, July 28, 2013 | 11:26 AM

True Blood: Guarda che Lupa! - Foto N.1 Io e Maria eravamo sdraiati sul letto.
Avevamo pasato quel primo pomeriggi facendo sesso per ore.
Ero sdraiato sula schiena, mentre la mia giovane amante, alla mia destra, su un fianco, poggiava la testa sulla ma spala,
Le sue dita, lunghe edelicate, accarezzavano il mio petto, intrecciando le dita con la peluria.
"Amore, che pomeriggio fantastico. Ti ringrazio, mi hai fatto sentire pienamente appagata."
"Maria anche per me è stato fantastico. Sono ani che ti desidero, averti posseduta, oggi, è come avverare un sogno."
Maria ridachiò dolcemente.
"Tesorino, adesso è il caso che ci ricomponiamo. Ormai sono quasi le 17, e tra un poco tornerà la mia compagna e tua madre."
"La giornata è già finta? Io ti voglio ancora..."
La sua mano si infilò tra le mie cosce, accarezando il mio pene ormai rilassato.
"Stai tranquilla, avremo modo di farlo, anche stasera. Ma adesso, dobbiamo riasettarci, se ci scoprono, rischiamo di finire nei casini."
Maria, un po' imbronciata , si sfilò dale lenzuola, stropicciate, del lettone in cui avevamo consumato il nstro pirmo rapporto sessuale.
Durante il pomeriggio, mi aveva assicurato di non volermi creare dei problemi, anche per via del picolo, a cui era sincerametne affezionata.
Mi alzai anche io, riordinando le lenzuola.
Presi l'asciugamano da spiaggia che avevo messo sopra il letto, e che negli amplessi successivi era finito per terra, e lo portai in bagno.
Lì, Maria, ancora nuda, si stava rinfrescando.
Mettendo l'asciugamano tra i panni sporchi, ammirai nuovamente il corpo della mia giovane amante, soffermandomi su quel culo, sodo, e perfetto,
che suscitava i mio desiderio di possederla anche da lì.
Ma sapevo che era ancora presto. Tuttavia, il solo pensiero di sodomizzare Maria mi eccitò, facendomi diventare nuovamente il cazzo duro.
Le afferrai i fianchi, cingendoli con le mani, facendo sdrusciare l'asta del mo cazo tra le chappe terribilemtne sode, benadomi dela sua pelle lisci e calda.
"Facciamo la doccia insieme?" le sussurrai dolcemente.
Lei si voltò verso di me, abbandonando l'icantevole broncio con cui era alzata dal letto e mostrandomi nuovamente il suo sorriso splendente.
La sollevai, cingendole i fianchi, e portandole dentro la doccia, con me.
Senza dire una parola, aprii l'acqua calda, lasciando che accarezzasse i nostri corpo.
Poi mi chinai a baciarle i seni, Mentre la sollevavo molto lentante.
L'acqua le bagnava i capelli, mentre gli occhi si socchiudevano, mentre le mie labbra premevano su suoi capezzoli, tirandoli leggermente, con malizia.
"Prendimi. Ti prego prendimi ancora" sussurrò lei.
Le afferai il culo, facendo premere il cazzo sul ventre, mente lei allargava le gambe, offrendomi la sua fica.
Misi una mano tra le cosce, afferrando il clitoride con due dita e sfregandole, prima dolcemente, poi con sempre maggior foga.
Infilai le dita tra le gradni labbra, simulando la penetrazione e massaggiando le pareti uterine, piegando le punta delle dita, massaggiando.Maria ansimava continuando ad implorarmi di possederla ancora, la voce rota dai gemiti. Il suo pube spingeva ogni volta che il mio dito si infilava dentro di lei.
Sfilai il dito, per poi introdurne due, continuando a massaggiarla, divaricando le dita per farla sentire dilatata.Dai, prendilo in mano." le dissi.
Guidand la sua mano le feci afferrare l'asta del mio cazzo eretto. Poi, con dolcezza, la guidai in modo che mi segasse.
Sentire quella mano calda, con le dita delicate, stringermi il cazzo e massaggiarlo, su e giù, senza stringere evessivamente.
"Mmm, che goduria!" dissi.
"Mi piace sentirlo in mano, così duro e prepotente. Ma lo vorrei da un'altra parte." rispose lanciandomi un sgurado di fuoco.
Le sorrisi, infilando ancora più in profondità le dita, e muovemndomi dentro di lei.
Le mancò il fiato, mentre continuava a gemere.
infine lo trovai.
Quello che cercavo scavando nella sua figa così in profondita.
Il punto G. Sentivo la carne di Maria gonfiarsi e fremere sotto le punte dele mie dita, mentre i suoi gemiti iniziavano a farsi frenetici.
Era quello che cercavo. Sentivo la sua vagina vibrare, mentre il suo pube spingeva verso di me. Sapevo che l'orgasmo era imminente, quindi tirai fuori le dita.
Le tolsi il cazzo dalle mani, afferrandola e solevandola, puntando la cappella sul clitoride.
Lei cinse le braccia sul mio collo, allargando le gambe e offrendoi la figa completametne aperta, pronta ad accogliere il mio sesso.
Appoggiai la capella tra le grandi labbra, spingendo ma indugiando lievmente, poi, spins a fondo, entrando e stantuffando, stringendola tra il mio corpo e la parete.
Maria urlò di piacere, la voce strozzata dai gemiti.
Sentii arrivare il suo primo orgasmo, merito della stimolazione che le avevo fatto, e mi fermai per alcuni secondi, poi ricominciai a muovermi dentro di lei, con un ritmo
più rapido.
Poche spinte, e sentii il secondo orgasmo arrivarle, il suo sesso si stirgeva attorn al mio masaggiandolo.
Mi fermai di nuovo. Dovevo stare molto attento, la stavo scopando senza protezioni, e dovevo sfilarmi da lei pria di venire.
non volevo metterla in cinta, è troppo giovane per una gravidanza.
Una volta calmatomi, ripresi a muovermi un'altra volta. in poco tempo, sentivo arrivare il terzo orgasmo.
Ormai anche io ero al limite.
Mi sfilai, facendola inginocchiare.
Venni copiosamente, schizzando il mio sperma sul suo seno e sul viso.
Lei spalmò il liquido sul suo corpo, quasi fosse una crema per la pelle.
"Perché non mi sei venuto dentro? Volevo sentirti schizzare tutto il tuo seme dentro di me"
"Tesoro, lo sai che non posso, vuoi finire incinta? Dai laviamoci, abbiamo poco tempo ormai"
Presi la spugna, vi spruzzai del sapone e incominciai a strofinare sulla sua pelle, mente lei faceva lo stesso con me.
La mia compagna tornò dallo shopping, insieme al bambino.
Presi in braccio il piccolo, facendogli il solletico.
Il suo risolino argentimo mi rispose.
La mia compagna mi mostrò gli aquisti fatti, con la vivacità tipica del suo sesso.
Mi chiese cosa avessi fatto durante il pomeriggio, e le risposi di aver passato il pomeriggio prevalentemente in casa, leggendo.
Mentre la guardavo, eccitata, darsi da fare tra sacchetti e pacchettini, lanciavo sguardi golosi al suo culo, rotondo ed invitante.
Nonostante l'intensa attività fisica di quel pomeriggio, sentivo il io pene erigersi. La mia compagna aveva davvero un bel culo, che penetravo con gran piace, e quando si chinava, poi, sembrava mi invitasse a prenserla da dietro.
Mi avvicinai a lei, abbracciandola da dietro e premendo l'inguine sul suo culo.
"Amore, ma che fai?"
"Mica è colpa mia se sei sexy!"
"Tesoro, lo sai che ti voglio... Ma il piccolo è sveglio. Aspetta stanotte, e poi ci rifacciamo."
Mi staccai da lei.
Aveva ragione, davanti al piccolo era meglio non darsi tropo da fare. E anche fosse, non ero certo di poter riprendere l'attività sessaule.
Lei mi disse che avrebbe pensato alla cena, se io badavo al piccolo.
Lo presi ncora in baccio, cullandolo dolcemente e facendogli le smorfie per farlo ridere.
Dopo cena, entrambi ci buttamo nel lettone, il piccolo, addormentato dopo aver mangiato le pappe, a riposare.
Ci addormentammo per una mezzoretta.
Fui io a svegliarmi per primo. Mi alzai.
Subito sentii la rigidità del mio pene.
Nel sonno, avevo avuto nuovamente un'erezione. Lasciai che si calmasse da solo, volendo risparmiare le mie energie per altre occasioni.
Andai in cucina, prendendomi un birretta. La sorsegiai lentamente, godendomi il suo sapore fresco nell'afa della sera.
Sembre con la bottiblietta alla bocca, mi affacciai alla camera.
Lei dormiva ancora, ma aveva divaricato le bambe. Immaginai il suo corpo nudo, ma un'altra immagine fece capolino nella mia mente: lei e Maria, abbracciate sensualmente, invitandomi ad unirmi a loro
in una orgia a tre.
Mi domandai se una cosa del genere fosse realizzabile... Mi sentivo dannatamente in tiro.
Lei si agitò sveglliandosi. Mi scostai, andando a buttare la bottigli ormai vuota.
"Amore, scusa ma sono davvero stanca. Va bene se resto in casa a dormire? Tu se vuoi esci, tengo io il piccolo"
Mi vestii con una camicia leggera, che lasciai semi aperta, pantaloncini blu scuro, elasticizzati, e i sandali.
Andato al bar ordinai una birretta alla spina. Si sedetti vicino alla rinchiera della terrazza del bar, girato verso il mare, godendoi la vista del mare mentre il sole vi si tuffava, facendo rifletter le acque dell'orizzonte
di tonalità rosso e oro, in contrasto con il blu profondo e il verde delle sue acque.
Un risolino argentino attirò la mia attenzione. Veniva dalla banchina sottostante al bar.
Risa argentine di giovani ragazze.
C'era Maria, in maglia viola e pantaloni jeans a mezza gamba.
Katy, con un vestito nero con motivi a fiori.
Lisa, con un vestito color panna.
Chiara, con pantaloni lunghi e una maglietta rosa.
Kendra, con dei pantaloni attillati blu e una maglia che lascia scoperta la schiena, chiusa solo da una serie di lacci.
Tutte sedute sul bordo della banchina, le gambe penzolanti
"Accidenti Maria, ma che hai oggi?"
"Cosa dici, Katy? Non ho niente che non vada."
"Scherzi? Prima i ragazi hanno fatto le loro solite battutacce, e tu gli hai risposto per le rime. Non lo avevi mai fatto, prima.
Come mai questo cambiamento? Ti è successo qualcosa?"
Vidi Maria chinare la testa, quasi vergognosamente. nella penombra, quasi posso vedere il rossore sul suo viso.
"Nooo! Ma dai lo hai fatto!"
Katy, intuitiva, abbraccia l'amica calorosamente.
Poco dopo, anche le altre ragaze capiscono.
Abbracciano la mia amante, chiedendole chi sia il suo uomo, e altre indiscrezioni.
maria ha imparato a farsi valere, senza rivelare nulla.
Le domande si fanno sempre più spinte.
"Di un po', ma ti ha fatto godere?"
"Certo. Dopo la prima volta, ho perso il conto degli orgasmi... Non mi sono mai sentita così beata come con lui."
"Ce l'ha grosso?" chiese Katy "Il mio ragazzo ce l'ha così." disse mettendo le mani una certa distanza.
"Be, veramente lui ce l'ha così!" disse Maria, mostrando una distanza con le mani.
"Mio dio- fece la biondina, gli occhi sgranati- ma come hai fatto a prenderlo?"
"Lui è stato molto delicato... Mi ha riempito tutta, senza farmi male. Ho solo provato piacere!"
Sentendo questi discorsi, mi sento arrapare.
Quel pomeriggio, Maria mi aveva confidato che spesso le loro amiche parlano dei loro ragazzi nell'intimità, e di trovarsi in imbarazzo, a quei discorsi.
Ora si sta prendendo una rivincita.
Il cazzo mi si impenna, sentendo Katy e le altre fare apprezzamenti e mugolii ai dettagli erotici che Maria racconta, senza lasciarsi sfuggire nulla che possa smascherarmi.
"Ma sei riuscita a fargli u pompino?" chiede ancora sfrontatametne Katy.
'Che troietta!', penso tra me e me.
"Bocchino?"
"Be, sì, non glielo hai preso in bocca?"
"No..."
"Ma come faceva a diventargli duro? Il mio boy ha sempre bisogno di un lavoretto di bocca, per averlo bello duro."
Il mormorio delle altre ragazze mi fece capire che anche loro dovevano dedicare ai loro fidanzati.
"Inveca- fece Maria- il mio uomo non ha avuto bisogno di nessun gioco particolare, per eccitarsi. Però ammetto che mi piacerebbe sentirlo in bocca."

Sentite queste parole, ho il cazzo assolutamente pieno di voglia, duro come una pietra.
Lentamente, prendo il telefonino e, con calma, compongo un messaggio.
Uno squillo.
Maria, trepidante, vede il mittente del messaggio. Si alza, voltando le spalle alle amiche, leggendo il messaggio.
-Sono in terrazza, sopra di voi, e vi ho sentito. Più tardi voglio offrirti un gelato caldo!-Un quarto d'ora dopo, Maria mi raggiunse. Le avevo mandato una serie di mesaggi, fino a darle appuntamento nelle cabine della spiaggia.
Ero ancora in tiro, da quando avevo sentito il disorso dele ragazze sulla banchina.
Maria avanzava, con passo lento.
"Sei arrabbiato con me?"
"No tesorino, capisco che su certe cose senti il bisogno di confidarti con le tue amiche.
E comunque, hai mantenuto il mio riserbo.
E ora, cosa ne dici di provare a prendermelo in bocca?"
Tirai giù la cerniera, da cui fuoriuscì, quasi catapultato, il cazzo, così teso da aver abbassato le mutande da sotto i pantaloni.
Maria rimase a guardarlo.
"Accidenti -esclamò- ancora così bello duro, dopo tutto un pomeriggio di sesso. Sei incredibile!"
"Scusa se ora ti sembro così rude e frettoloso, ma sono in questo stato da quando ho sentito i vostri discorsi.
Davvero, non ce la faccio più, voglio scaricarmi."
"O caro... Però. non qui, potrebbero vederci."
"Non ti preoccupare, entriamo qui."
Aprii la cabina che di solito usavamo io e la mia compagna. Lo spazio non era molto, ma in due potevamo starci comodi.
Maria entrò, tenendo la mano sull'asta tesa, massagiandola dolcemente.
"Cosa devo fare?"
"Non ti preoccupare, Maria. Mettiti in ginocchio, ecco così. Ora, prendimi in mano il cazzo, stringendolo con dolcezza."
La ragazza fece subito quanto suggerivo. Prese l'asta tra le sue dita, stringendola.
Le afferrai la mano e, con dolcezza, l feci muovere su e giù.
"Questo, Maria è il modo corretto di segare un uomo. Il segreto è stringere, ma senza esagerare, il cazzo, massagiandolo.
La tua mano è già così morbida calda, che già così mi stai dando un grande piacere."
"Però, vorrei proprio prenderlo in bocca. Le mie amiche dicono che ai loro ragazzi piace molto, e anche io voglio darti piacere."
"E me lo darai, ne son sicuro, continua a segarmi così... Ohh"
Mi godevo veramente la sega che quella manina mi stava facendo, muovendosi piano piano.
"Bene, adesso, devi baciarmelo tutto, dai testicoli fino alla punta, alternado bacetti con leccate di lingua, come fosse un gelato."
maria sfiorò con la punta della lingua il mio scroto, afferrandolo poi con le labbra e baciandolo dolcemente, tirandomelo un po'. Poi
incominciò a passare la punta della lingua su tuta l'asta, muovendola con movimenti viperini. Senza che le dicessi niente, lo leccò con tutta la lingua, lappandolo avidamente.
"Mmmm, vedo che hai già capito come si fa. E adesso mettilo in bocca, come fosse un chupa chups."
"Ma è così grosso. no so se se a prender lo tutto."
"Stai tranquila, basta solo che lo succhi simulando la sega, anche autandoti con la mano. Ricrda di continuare a leccarlo, e di succhiarlo. Ohh"
Maria prese l'iniziativa, infilandosi il cazzo in bocca.
Incominciò a tossire, estraendo il cazzo improvvisamente.
"Devi stare attenta, altrimenti ti va a toccare le tonsille, e ti soffoca. Fallo entrare un po' alla volta."
Maria, allora, incominciò a leccare il glande, ifilandolo in bocca e incominciando nuovamente a succhiarlo ,facendo uscire per leccarlo con avidità.
"Ei, davvero è la prima volta che succhi il cazzo? Mi stai facendo godere!!!"
"Mmm, grazie- rispose lei sfilandosi nuovametne il cazzo di boca, lappandolo con dolceza- è solo che desidero soddisfarti completamente. E poi, voglio sentirti schizzare dentro di me, non importa se solo in bocca"
"Oddio, se mi dici così io non resisto. Sto per venire. Ma prima, Maria, spalanca la bocca, stendeno la lingua in fuori."
Lei fece cio che le avevo chiesto.
Le infilai me mani tra i capelli, spingendo il cazzo dentro la sua bocca, senza andare troppo dentro per non soffocarla, lasciando che scivolasse sulla lingua. così come avevo visto nei film pornografici, quando ero ragazzino.
"Ti sto scopando in bocca, che piacere!"
"Ma adesso devi venire, voglio sentire il tuo seme..."
Arrapato, lasciai che mi avvolgesse nuovamente il cazzo tra le labbra, avidamente, quasi volesse suchiare il mio sperma, obligarlo a uscire fuori.
Il cazzo, sempre pù duro, scivola tra quelle labbra avide ma dolci, che me lo avvolgono con dolcezza. Gradualmente di sua iniziativa, cercava di infilare sempre più a fondo il cazzo dentro la bocca.
Non seppi resistere. per quanto con ancora un po' di goffagine, quello era stato un pompino con i fiocchi. Ed ero certo che, col la pratica, maria avrebbe padroneggiato questa particolare pratica.
Scaricai tutto il mio seme nella sua bocca.
"Se vuoi, puoi anche sputarlo, non devi per forza inghiottirlo!" le dissi piano.
Lei alzò lo sguardo verso di me, sorrise, e deglutì vistosamente.
"Penserai che sono un po' matta, ma volevo avere il tuo seme dentro di me. Ha un buon sapore."
Il pene era ormai semi rigido.
Maria lo prese in mano, segandolo come le avevo insegnato poco prima.
In silenzio, alzò lo sguardo verso i miei occhi, e, lentamente, avvicinò le labbra alla cappella, leccandola.
Poi, lo prese totalmente in bocca, succhiandolo quasi con forza, mente la lingua accarezzava tutta l'asta.
"Hai un cazzo incredibile- disse lei smettendo di succhiarlo, ma continuando a segarlo dolcemente- diventa duro quasi subito dopo aver sborrato, ma come fai?"
"Ho solo i tempi di recupero veloci. Tutto perché riesco a controllare le contrazioni dei muscoli inguinali mentre ho l'orgasmo."
Una questione di allenamento."
"Bene, perché ora ti voglio dentro di me!"
E dicendo così, riprese a succhiarmi il cazzo, prima piano, poi più velocemente.
"Brava, hai imparato bene. Varia la velocità del pompino, così mi farai godere ancora di più. E adesso, tiralo fuori..."
Chinandomi, le afferrai la maglietta, tirandola su e lasciandola sulle spalle. Andando con le mani dietro la schiena, le slacciai il reggiseno.
I capezzoli erano già turgidi per l'eccitazione, li afferai e massaggiai dolcemente quelle splendide tette sode.
"Mettilo in mezzo alle tette, stringile attorno all'asta e muoviti come per segarlo... Mmm, sì, brava... Leccami la punta..."
Il mio cazzo svettava tra le bocce rotonde, strette attorno al mio cazzo. La lingua di Maria lappava velocemente la cappella ogni volta che il suo seno scendeva dalla mia asta.
Ormai il mio membro era perfettamente rigido.
Con dolcezza, lo liberai dalla morbida stretta dei seni, aiutando Maria ad alzarsi.
"Spogliati." le sussurrai.
Lentamente, mi sbottonai la camicia, sfilandomela, mentre dei pantaloni e gli slip, che già erano scesi ai miei piedi, me ne liberai scalciandoli.
Lei si alzò, sfilandosi del tutto la maglietta, poi, lentamente, sbottonò i pantaloni , sfilandoli lentamente.
"Bene, stenditi, tesoro."
"Non mi tolgo le mutandine?"
"Tranquilla, te le tolgo io..."
Lei si stese, e io avvicinai muovemente il cazzo al suo viso.
"Ora faremo un bel 69."
"Cosa?"
"Tranquilla, prendi nuovamente in bocca il mio cazzo, mentre io mi dedico alla tua tenera fghetta."
Mentre lei prendeva nuovamente in bocca, mi stesi affianco a lei, accarezando la stoffa delle mutandine, concentrandomi nella zona dove si trovava il suo sesso profumato.
Sentii subito il clitoride, leggermente inturgidit, e lo accarezzai, variando la pressione, e baciando la stoffa, in modo da stringerglielo.
Maria ebbe un brivido di piacere.
La feci rotolare, in mdo che lei stese sopra di me, poi, infilai la mano destra sotto la stoffa, accarezandole i glutei, e sfilandole l'indumento, mentrecontinuavo a solelticarle il clitoride.
Senza smettere di accarezarla e sollecitarla con le labbra, le sfilai totalmente le mutandine.
Affondai la lingua tra le grandi labbra, lappandole con dolcezza, infilandole in mdo da simulare la scopata, per poi risalire il clitoride, accarezando con le labbra la lieve peluria inguinale.
Afferrai il clitoride, tirandolo lievemente.
Sentivo il mugolare di Maria, vibrare sul mio cazzo. I gemiti soffocati diventare un dolce massaggio per la mia asta gonfia.
Per alcuni minuti, continuammo l'uno a sollazzare il sesso delaltra con la lingua e le labbra.
Lentamente, accarezando i glutei sodi, la pele liscia, andai a massaggiare l'ano, infilandovi, lentamente, la punta del mignolo, e massaggiandolo.
Ma entrambi volevamo di più!
Ci liberammo l'uno del'altra, abbracciandoci e scambiandoci un lungo bacio, le lingue intrecciate, scambiarsi vicendevolmente i sapori dei nostri sessi.
Le afferrai i fianchi, facendola girare e mettendola a gattoni.
Presii in mano il cazzo, strusciandolo sulle chiappe tonde, scivolando con la cappella lungo il perineo, appoggiandolo per qualche istante sull'ano, che sentii contrarsi.
"Non temere, Maria. Son fermamente intenzionato a sverginarti anche il culo, ma solo quando sarai pronta."
Scivolai col pene più in basso, facendo scivolare la punta tra le grandi labbra. Staccai lievemente il cazzo dalla sua figa completametne bagnata, mettendomi il profilattico che avevo recuperato dalla tasca dei pantaloni.
Scivolai dentro di lei, sentendo la sua fica aprirsi e strignersi attorno alla mia mazza.
Un respiro profondo mi rivelava quanto Maria si stesse godendo la penetrazione, lenta e misurata, spingendo sempre più dentro il mio sesso duro.
Spinsi contro il clitoride, premendolo quasi con forza.
"Oddio!"
Incominciai a muovermi più velocemente, per poi fermarmi, lasciando che il cazzo si muovesse dentro di lei, ma senza sfilarlo, muovendo il bacino.
Premevo sulle pareti dela fica, stimolandole.
Ripresi a stantuffarla velocemetne, quasi con violenza. I suoi gemiti diventavano frenetici.
Anche io, eccitato ed estasiato dal suo corpo, così fresco e perfetto, mi lasciavo andare a sospiri e urli di godimento.
La luna filtrava i suoi raggi dallo spioncino sopra la porta, illuminando d'argenti i nostri corpi, sudati nell'amplesso.
Le afferrai il seno destro, strizzandole il capezzolo e attirando al mio petto la sua schiena. Lei girò la testa verso di me,facendo cadere i capelli sulla spalla sinistra, e offrendo le labbra alle mie.
Un bacio pieno di passione, in cui le nostre lingue si intrecciavano, continuando a sfiorarsi anche fuori dalle labbra. La mano lasciò il seno, e, accarezzandole il ventre piatto, raggiungendo lo spacco vaginale, già occupato dal mio membro nodoso, che continuava a scivolarvi convulsamente.
Afferai il clitoride gonfio con le dita, premendolo sul mio pene in modo da accentuare lo sfregamento del pene.
"Sì, amore, come lo sento dentro. Spingi, spingi forte, fammelo sentire tutto!!!"
"Sì, tesoro, sentilo fino in fondo!!!"
Spingevo come un forsennato, quasi urtando con forza, facendo sobbalzare il suo bel culetto.
Sentivo i suoi liquidi vaginali uscire con forza, quasi come una fontana.
La sentivo urlare il suo orgasmo, godendo come una matta mentre il mio cazzo svuotava getti di sperma nel preservativo.
COn un lieve cigolio, la porta si aprì. Appoggiata allo stipite una figura
"Ma guarda come si sta divertendo la mia piccola! E con chi."
'Cazzo, Rosa' pensai.
la madre di Maria entrò dentro la cabina, chiudendo la porta dietro di se.
Indossava una maglietta aderete, con lo spacco anteriore che si chiudeva tramite una serie di laccetti, e che lasciava scoperta la pancia, piatta e tonica.
Una giacchetta bianca, di quelle che si abbottonano solo con due bottoni.
Pantalonici jeans a meza gambaa, che coprivano calze autoreggenti.
I capelli neri corti e sciolti vino le spalle incorniciavano il viso affilato, molto somigliante con quello della figlia. Gli occhi, tuttavia erano più chiari.
Di Rosa potevo dire che era una donna molto elegante, che evitava di truccarsi molto, e amava mantenersi in forma con l'esercizio fisico.
Infatti, avevva un corpo snello e tonico, etletico.
"Bene, bene, così la mia bambina ha incominciato a divertirsi..."
"Mamma, io..." Maria era decisamente imbarazzata, mentre io ero molto preoccupato: mi aspettavo che sua madre partisse con l'inveirmi, e che rivelasse la mia tresca con MAria, denuncandomi alle autorità
per aver approfittato della figlia diciasettenne.
"Ei, state tranquilli, non ho intenzione di rovinarvi le cose!" sbottò lei.
Lo sguardo sorpreso che le rivolgemmo doveva dirla tutta.
"Be, cosa credi Maria, che io sia una santa? Lo sai che on tuo padre siamo sempre ai ferri corti, quello lì pensa solo al leggere il giornale lavorare, e mi trascura. E, diciamolo, ormai, sessualmente non è soddisfacente da un bel po'.
Cosa credi, che io non cerchi soddisfazione altrove? Come credi che mi sia trovata qui?"
"ma, allora tu, mamma.."
"Certo! D'estate, io mi faccio sbattere dai bagnini, o dagli animatori. E stasera, mi sono vista con uno di loro proprio in una cabina, come avete fatto voi.
Che delusione! Per quanto giovane e atletico, si è addormentato dopo un solo orgasmo. Me ne stavo andando, quando ho sentito dei gemiti così intensi, che mi soo avicinata.
SApeste come mi sono srpresa a riconoscere le vostre voci!
Ho sbirciato la scena, e vedendovi scopare così di brutto, mi sono arrapata anch'io. Ho la fica tutta bagnata."
Mentre diceva questo, Rosa incominciò a spogliaarsi, rimanendo in reggseno e mutandine, cordinate in pizzo nero, e con e calze autoreggenti.
"Mamma, ma cosa vuoi fare?"
"Voglio solo vedere com'è cresciuta la mia bambina... mmm che belle tette che hai, voglio leccartele..."
A quele parole, Rosa strinse i seni della figlia, leccando avidamente i capezzoli.
"oddio, mamma.."
Rosa le accarezzò la figa, infilando le dita tra le grandi labbra, e masturbandola dolcemente.
"Forza, datevi da fare... -disse Rosa- Se mi farete godere, nn solo non dirò niente della vostra relazione, ma vi aiuterò per i vostri incontri erotici."
Rsa si sdraiò sulla cabina.
"Mettiti su di lei, come avevamo fatto priam quando tu lo succhiavi e io te la laccavo." dissi alla mai deliziosa amante.
Lei fece quanto le suggerivo, porgendo il suo sesso sul viso della madre, che incominciò subito a leccarglielo."Ooohhh, mamma ma cosa... Uuu!"
"Chinati, MAria e fai come me." le dissi.
Ciò detto, mi chinai tra le cosce di Rosa subito imitato da Maria. Incominciai a leccarle l'interno delle cosce, risalendo verso le mutandine d pizzo, sempre mitato da Maria. Incominciai ad accarezzare la fica di Rosa attraverso la stoffa, poi, con lentezza, le sfilai la mutandina,
denudando il sesso della donna. la mia lingua si tuffo su quel sesso, ben rasato e profumato, imitato, come nelle alte azioni,da Maria.
"Mmm, bravi- disse rosa interrompendo le leccate alla fica di Maria- mi state facendo arrapare. Dai continuate..."
Riprese a lecare la fica di Maria, mente lei e io ci dedicavamo con foga al suo sesso.
Rosa gemeva freneticamente, mentre io e Maria torturavamo il suo clitoride a colpi di lingua.
Smisi di leccarla, sussurrando a Maria di continuare.
Afferrai il mio membro, di nuovo duro, e lo indirizzai tra le labbra della fica di Rosa. Spinsi con un solo colpo, sbattendo le palle sulle
sue chiappe."oddio! Questo si che è un cazzo come si deve... Hai scelto davvero bene, figliola, mi apre come non mi succedeva da anni...
Dai stallone, scopami."
Non mi feci desiderare, sapevo che era quello che Rosa voleva da quando era entrata nella cabina.
Stantuffai dentro di lei quasi con violenza, facendola urlare.
Intanto Maria continuava aleccare il clitoride della madre, che stava godendo convulsamente. Dalla sua figa, fiotti di liquido faginale fuoriuscivano, allargando le
labbra, ogni volta che mi ritraevo. La donna godeva così tanto da provocare il fenomeno dello squirting. Mi domandai se anche la figlia sarebbe stata in grado di godere così.
Fiotti di liquido vaginale sembravano spruzzati da una pompa idraulica.
"Dai, stallone, continua.. Non ho mai goduto così. Vienimi dentro, fami sentire la tua sborra calda, tanto prendo la pillola..."
"Daccordo, Rosa, ma tu devi far godere tua figlia. Dopo le faremo lo stesso trattamento."
Rosa affondo la faccia e lemani tra le coscie di maria, che prese a gemere con più foga. Immaginai cosa stava facendo la donna: le stava leccando la figa mentre, con le dita, la allargava
e le infilava dentro le dita.
Maria mugolava il suo piacere, ma senza smettere di leccare il clitoride della madre, o, mentre mi ritraevo, la mia asta.
Ormai ero sul punto di venire.
Stantuffai con forza il cazzo dentro di lei, muovendolo come se stessi mescolando qualcosa dentro la figa.
Una contrazione. Il mio orgasmo esplose dentro Rosa, schizzando i fiotti di sperma quansi con forza.
"Che goduria, il tuo seme caldo che mi schizza dentro. Maria, spero che ti godrai presto una cosa del genere, è davvero una goduria."
"Glielo farò provare, ma solo con le dovute cautele.- dissi- Maria non vuole riamnere in cinta, e io non desidero complicazioni."
Sfilai il cazzo dal corpo della donna.
Maria prese a leccare la fica della madre, assaporando i suoi liquidi seminali insieme al mio sperma.
Mentre io mi riprendevo dall'orgasmo, Rosa saltò addosso alla figlia, leccandole con avidita i floridi seni, i capezzoli perfettamente rotondi.
"Maria, ora ti faccio vedere come si può godere con una donna."
Cominciò a baciare tutto il corpo della ragazza, trovando i punti più sensibili.
Rosa apri le cosce della figlia, infilando il pube fino a far entrare in contatto le due vagine, poi la donna incomincio a muoversi, quasi convulsamente, con piccoli scatti
verticali, orizonali e circolari, facendo sfregare i due sessi.
Sembrava che le grandi labbra si stessero baciando, mentre Rosa, con languida lentezza, premeva la parte superiore della sua fica su quella della figlia.
Quasi sentivo, tra i gemiti soffocati delle due donne, i due clitoridi che si strofinavano fra loro.
Mi avvicinai a Rosa."Fai vedere un po' a Maria come sai lavorare di bocca. Io le ho insegnato qualcosa, ma non ho grande esperienza in queste cose..."
Rosa guardava avida il mio cazzo, che l'aveva fatta godere fino a poco fa.
Alla scena di sesso saffico ,era già tornato semi rigido.
La donna lo succhiò in un unico risucchio, incominciando a spompinarlo lentamente. Poi, lo vece uscire e leccandomi l'asta, scese fino alle pale, che afferrò le palle, succhiandole e tirandole con delicatezza.
Nel frattempo, continuava a struscaiare la fica su quella di Maria, che continuava ad accarezzare con dolcezza.
Il cazzo era teso da morire, quasi mi faceva male.
"Maria, sdraiati, voglio scoparti."
Docile, la mia amante si distese, divaricando le gambe in modo da far aprire anche le labbra della figa. Le fui sopra affamato di lei.
La penetrai con un colpo solo, mente la baciavo avidamente, quasi mangiandole le labbra.
Intanto sentivo la lingua di Rosa leccarmi lo scroto e i contorni della figa di Maria.
Pompavo con forza, uscendo lentamente, per rientrare nuovamente con foga.
"Ei, torello, non azzardarti a venirle dentro! Falla venire, ma poi, voglio che mi inculi a dovere. Voglio sentire il tuo randello nel mio sfintere!"
Continuai a muovermi dentro Maria, che gemeva ad ogni mio movimento, incapace di esprimersi con frasi complete, ma solo con monosillabi.
Lanciò un urlo, sollevando il bacino e premendolo su di me. Sentivo il suo liquido vaginale fuoriuscire, seppur a fatica, attorno al mio cazzo, bagnandomi l'inguine, Evidentemente,
Sia madre che figlia erano due squirter.
Uscii dalla sua figa, accombagato da getti di liquido Vaginale.
Il mio cazzo, ghiacciato dalle due precedenti sborrate, era ancora duro e nodoso, splendidamente eretto.Guardandolo con occhi brillanti di desiderio, Rosa si mise a gattoni sopra la figlia, puntandomi verso il cazzo il culo polposo.
"Dai ficcamelo dentro, con un colpo secco!" Mi invita la troiona.
Non me lo feci ripetere. Appoggiai la punta del glande sul buchino dello sfintere, per poi premere e entrare con forza.
Di certo non era il primo cazzo che prendeva in culo, e la resistenza fu minima. Si vedeva che il calibro del mio "attrezzo" non era quello a cui era abituata.
Infatti, il suo culo si stringeva attorno alla mia mazza, mentre entravo.
"Oh, sì. Sbattimi, sbattimi con violenza. Dio, che mazza! Mi apre competamente! Dai, sventrami!!!"
Le afferrai i fianchi, stantuffando dentro di lei.
Maria, sdraiata, osservava la scena con occhi sbarrati. Non disgurtata, anzi. Sembrava solo desiderosa di sentire la sensazione del cazzo tra le chiappe, che le aprisse l'ano con la stessa violenza che riservavo a sua madre.
Pompai il culo sodo di Rosa diverse volte, sentendo la donna urlare oscenamente.
Le sborrai dentro, uscendo in modo che l'ultimo schizzo facesse come un rivoletto sulla sua chiappa destra.
Rosa si accarezzo la chiappa, portando le dita alle labbra e succhiando le gocce di sperma.
Quasi in silenzio, tutti e tre ci rivestimmo, preparandoci a lasciare la cabina. Ci incamminammo fin al limite della spiaggia.
"Grazie per la serata!" disse Rosa mentre ci separavamo, diretti ai rispetivi appartamenti.
Un quarto d'ora dopo, rientrato in casa, mi stavo risciacquando il viso in bagno.
Stropicciai gli occhi.
Dio, se era stata una giornata "faticosa".
Mi squillò il cellulare.
Un sms.
"Amore, la mamma mi ha assicurato che manterrà il segreto, anzi, non solo mi insegnerà come farti godere, ma ci aiuterà per i nostri incontri segreti.
A domani, caro. Al più presto, voglio che mi sfondi il culo!"
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