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I fatti del giorno

Written By Unknown on Sunday, June 23, 2013 | 1:47 AM

 Nichi Vendola: “Ho 55 anni e invecchio in un paese di cui mi vergogno”       

   



 

Idem: contro di me inaudita violenza, sono onesta non mi dimetto 

”Le parole a volte sono pietre e sono state scagliate contro di me con inaudita brutalità e violenza”. Il ministro per le Pari opportunità, lo Sport e le Politiche giovanili, Josefa Idem, piange, attacca ma non spiega le ragioni del caso che l’ha colpita. L’ex canoista è infatti da alcuni giorni nella bufera per il mancato pagamento delle imposte sulla sua abitazione-palestra a Ravenna, e non ha alcuna intenzione di dimettersi.
Si scusa e si difende sì, ma continua a non spiegare: “Ho delegato tutte le mie questioni fiscali ed edili – spiega la Idem – Vi sono state irregolarità e ritardi: me ne scuso pubblicamente, me ne assumo le responsabilità e sanerò ciò che sarà da sanare. Non sono infallibile”. Eppure dai giornali il quadro che ne emerge è ben diverso e più complicato di quanto possa sembrare.
Partiamo con il Corriere della Sera che ricostruisce l’intera vicenda spiegando che la Procura ha aperto un fascicolo:Dimissionaria no, anche se attorno a lei l’atmosfera politica è a dir poco frizzante. Gli accertamenti sui due fabbricati di proprietà della ministra e del marito Guglielmo Guerrini sono entrati in una nuova fase. Le carte, tra cui anche l’accertamento d’illecito effettuato nei giorni scorsi, sono state trasmesse alla Procura ravennate e a questo punto verrà aperto un fascicolo, che potrebbe essere di natura conoscitiva o contenere invece ipotesi di reato.Anche a livello politico il clima resta agitato. Dopo la mozione di sfiducia individuale presentata dalla Lega e le critiche di M5S, anche due deputati montiani di Scelta Civica, Gian Luigi Gigli e Mario Sberna, chiedono in un’ interrogazione al premier Letta “quali azioni il governo intenda porre in atto per ripristinare un clima di fiducia in materia fiscale con i cittadini e per salvaguardare l’immagine dell’esecutivo stesso”.Alessandro Sallusti per Il Giornale ci va poi giù pesante, facendo un paragone con la pena inflitta al giovane rom che a Milano investì ed uccise un vigile urbano. Paragone e attacchi che poi sono costati a Sallusti un esposto dal parte della stessa Idem, all’Ordine dei giornalisti. Scrive Sallusti:Ricordate? Un giovane rom senza patente alla guida di un suv inve­stì volontariamente e uccise un vi­gile urbano di Milano. Era il 12 gennaio del 2012. Poche settimane fa il ragazzo è stato condannato a 15 anni di reclusio­ne, una pene lieve se paragonata ai 26 chiesti dall’accusa. Lo sconto è stato mo­tivato dai giudici così: «È cresciuto in un contesto di vita familiare caratterizzato dalla commis­sione di illeciti da parte degli adulti di riferimento e in una so­stanziale assenza di scolarizza­zione ». Noi titolammo, sintetiz­zando la questione: «Se il killer è rom, l’omicidio è meno gra­ve », perché ci era parso che tra le righe si dicesse chiaramente che era stata riconosciuta un’attenuante specifica carat­teristica di quella etnia.Bene, la ministra alle Pari op­portunità, Josefa Idem, ha fat­to fare dal suo dirigente un esposto all’Or­dine dei giornalisti considerando la no­stra sintesi offensiva dei rom. Punite quei razzisti, chiede la signora, politicamente corretta con noi del Giornale quando si tratta di rom assassini, ma molto scorret­ta in quanto a etica personale. Già, per­ché è lei quella che ha fatto la furba per non pagare l’Imu, inventandosi finte resi­denze in palestra e non solo. Visto che an­che io, alla pari dei rom, voglio godere di pari opportunità, le chiedo, signora: a chi mi rivolgo per non avere al governo un ministro evasore visto che io l’Imu l’ho pagata?Il Fatto Quotidiano invece riporta in dettaglio le quote, i costi, la struttura, della tanto discussa casa-palestra:La “palestra che non esiste” di proprietà di Josefa Idem ha degli istruttori, dei soci che pagano un’iscrizione e una quarantina di macchine per il fitness. Mentre il ministro tedesco alle Pari opportunità si dice vittima di una cattiva gestione da parte dei “suoi tecnici”, si scopre che il mistero della casa – palestra non era mai stato nascosto. Censita come abitazione e ristrutturata senza autorizzazione, la Jajo Gym di Sefi Idem compare nel dépliant del Comune di Ravenna “Sport per tutti” come uno degli impianti disponibili sul territorio per fare attività fisica.Villetta lilla e bianca in via Carraia Bezzi alle porte di Ravenna, era affidata alla società sportiva dilettantistica di Maurizio Patanè, titolare della Srl Auto e Sports. Quello stesso Patanè che nell’ “accertamento di illecito” dell’11 giugno scorso autorizzato dal sindaco Pd Fabrizio Matteucci, ha dichiarato di essere l’affittuario. Una definizione che implica un contratto d’affitto e un pagamento registrato, documenti che ancora non si è riusciti a trovare. Contattato dal Fatto.it, l’uomo ha ribadito: “Io sono un semplice collaboratore di Guerrini”. Patanè ha indicato il marito della Idem come referente, ed è proprio in via Bezzi che ha sede l’associazione sportiva dilettantistica del Canoa Kayak.“Il prezzo per un abbonamento varia dai 45 ai 60 euro al mese, a seconda del periodo e dell’abbonamento”, ha spiegato uno dei gestori a un cronista di Ravenna e Dintorni che si è finto cliente: “Per iscriversi basta un certificato medico. Ora siamo chiusi, ma presto riapriremo”. Ma se di attività commerciale si tratta, come vengono registrati gli incassi e pagati gli assunti? Domande che non riescono a trovare risposta.Ma come se non bastasse perla Idem spunta una nuova grana relativa ai contributi pensionistici, che rischia di complicare la sua posizione. A tirarla fuori è stato Alvaro Ancisi, consigliere comunale di opposizione a Ravenna. Secondo quanto denuncia, nel 2006, prima della sua nomina come assessore allo Sport, sarebbe stata “virtualmente” assunta dall’associazione Kajak, presieduta dal marito Guglielmo Guerrini con lo scopo, secondo il consigliere, di addebitare al Comune gli oneri previdenziali.Scrive Repubblica:Gli assessori che per svolgere la propria funzione si mettono infatti in aspettativa dal proprio lavoro dipendente, hanno gli oneri previdenziali pagati del Comune. L’ipotesi di Ancisi è che il rapporto di lavoro fosse “fittizio e strumentale”: l’associazione, infatti, ha avuto la Idem come prima e unica dipendente ed ha versato i contributi solo per dieci giornate di lavoro. Dopodichè, con l’aspettativa, per gli undici mesi in cui la Idem ha svolto il suo ruolo di assessore, gli oneri sono stati addebitati al Comune: complessivamente vennero versati 8.642 euro. Poi, del rapporto di lavoro con l’associazione, più nessuna traccia. M5S contro Idem. Non solo la Lega. Anche il Movimento 5 stelle starebbe preparando una mozione di sfiducia contro il ministro Idem: lo dice il consigliere emiliano Andrea Defranceschi. “I ragazzi in Parlamento se ne stanno occupando”. “Stiamo acquisendo documenti, permessi, autorizzazioni, sia al Comune di Ravenna che in Regione. Sarà interessante guardare la concessione edilizia, comunque- ammette il consigliere regionale di Beppe Grillo- devo dire che i vigili hanno lavorato bene e anche il sindaco, che non vuole certo finire nel tritacarne”.
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Tutto quello che Josefa non spiega

Sono molti gli aspetti non chiariti dello scandalo in cui è coinvolta che l'olimpionica "non poteva non sapere". E c'è un nuovo giallo che la senatrice del Pd dovrà chiarire

 
 


«Una montatura mediatica», dice il ministro Josefa Idem, «non sapevo niente, ero sempre in canoa». Eppure sono molti gli aspetti non chiariti dello scandalo in cui è coinvolta (mancato pagamento di Ici, abusi edilizi, palestra senza autorizzazioni) che l'olimpionica «non poteva non sapere», come avrebbe detto Antonio Di Pietro.
Non poteva ignorare di aver fissato la residenza anagrafica in un luogo diverso dal domicilio, a un indirizzo cui vengono recapitate tutte le notifiche e le comunicazioni ufficiali, a partire da quelle del
Migliaia di coniugi italiani, come rileva il consigliere ravennate Maurizio Bucci (Pdl) in una lettera aperta al ministro piena di interrogativi, per anni hanno usato il trucco di dichiarare due residenze diverse per beneficiare della doppia esenzione Ici per la prima casa. Ora la legge ha posto fine a questa forma di elusione. Anche Sefi Idem si è adeguata con un ravvedimento operoso alla vigilia del voto che l'avrebbe insediata al Senato. Impossibile pensarci prima?
C'è anche da chiedersi se il ministro-canoista sia così fuori del mondo da non sapere che le opere edilizie negli immobili di proprietà vanno comunicate agli uffici competenti. Le difformità sono state verificate da un accertamento dell'Ufficio edilizia del comune di Ravenna l'11 giugno scorso, una settimana dopo che un quotidiano locale aveva fatto scoppiare il caso. Se quella è casa sua, come poteva il ministro ignorare il flusso di sportivi che si recavano ad allenarsi in palestra? Non sapeva che la trasformazione di un'abitazione in un'attività commerciale dev'essere segnalata al Comune, e che la struttura va dotata dei requisiti urbanistici, igienico sanitari e di sicurezza imposti da una pletora di leggi? Davvero non conosce proprio nulla, il ministro Sefi Idem, della burocrazia vessatoria che opprime milioni di italiani?
Ed eccoci, appunto, alla palestra abusiva, la Jajo Gym, gestita dall'Associazione sportiva dilettantistica Canoa Kajak Standiana che conta 7 tessere: tre intestate al marito Guglielmo Guerrini (suo ex allenatore) che ne è anche il presidente, una al cognato Gianni e un'altra a lei stessa, il ministro. Un'associazione senza scopi di lucro tutta in famiglia, che gestiva attività aperte al pubblico: anche questo all'insaputa della Idem, nonostante le foto del sito internet che la ritraggono tra gli attrezzi ginnici con amici e medaglie? Ignorava perfino il patrocinio concesso dal Comune di cui è stata assessore?
Anche il Comune di Ravenna si è trincerato dietro il «poteva non sapere». Ha incluso la palestra Jajo Gym nella guida degli impianti sportivi comunali senza verificare che la struttura possedesse le autorizzazioni del caso. Ha fatto scattare i controlli soltanto dopo la «montatura mediatica», in mancanza della quale sarebbe tutto continuato sotto silenzio: la palestra abusiva, il mancato versamento delle imposte sulla prima casa, le irregolarità urbanistiche e sanitarie.
Ma c'è un nuovo giallo che la senatrice del Pd dovrà chiarire, e riguarda sempre i suoi rapporti con l'amministrazione comunale di Ravenna. Si tratta dei contributi previdenziali versati a suo favore dall'ente locale nel secondo mandato da assessore: 8.642 euro dal giugno 2006 al maggio 2007. Sono soldi riconosciuti agli amministratori dei comuni con più di 10mila abitanti che prendono aspettativa dal lavoro. Secondo Alvaro Ancisi, capogruppo Udc, in quei 10 mesi Sefi Idem figurava come prima e unica dipendente (istruttrice e segretaria) dell'associazione Canoa Kajak Standiana, l'associazione presieduta dal marito che ha sede in Carraia Bezzi.
I versamenti autonomi all'Inps sono scattati 10 giorni prima della nomina ad assessore: Ancisi sospetta che l'assunzione della Idem sia stata «fittizia e strumentale» all'incasso dei contributi. Nel primo periodo da assessore (maggio 2001-febbraio 2006) Josefa Idem non aveva segnalato alcun rapporto di lavoro dipendente. Scaduto il secondo mandato, non risultano altri versamenti di oneri previdenziali all'Inps da parte dell'associazione Standiana per Josefa Idem, e neppure ulteriori rapporti di lavoro a parte qualche giorno nel 2009. Forse che il contratto come istruttrice di fitness è cessato quando il Comune di Ravenna non poteva più coprire i contributi?

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Evade le tasse ma difende il rom assassino (e ci denuncia)

Ricordate? Un giovane rom senza patente alla guida di un suv inve­stì volontariamente e uccise un vi­gile urbano di Milano

 
 

Ricordate? Un giovane rom senza patente alla guida di un suv inve­stì volontariamente e uccise un vi­gile urbano di Milano.
Josefa Idem, ministro per le pari opportunità
Era il 12 gennaio del 2012. Poche settimane fa il ragazzo è stato condannato a 15 anni di reclusio­ne, una pene lieve se paragonata ai 26 chiesti dall’accusa. Lo sconto è stato mo­tivato dai giudici così: «È cresciuto in un contesto di vita familiare caratterizzato dalla commis­sione di illeciti da parte degli adulti di riferimento e in una so­stanziale assenza di scolarizza­zione ». Noi titolammo, sintetiz­zando la questione: «Se il killer è rom, l'omicidio è meno gra­ve», perché ci era parso che tra le righe si dicesse chiaramente che era stata riconosciuta un’attenuante specifica carat­teristica di quella etnia.
Bene, la ministra alle Pari op­portunità, Josefa Idem, ha fat­to fare dal suo dirigente un esposto all’Or­dine dei giornalisti considerando la no­stra sintesi offensiva dei rom. Punite quei razzisti, chiede la signora, politicamente corretta con noi del Giornale quando si tratta di rom assassini, ma molto scorret­ta in quanto a etica personale. Già, per­ché è lei quella che ha fatto la furba per non pagare l'Imu, inventandosi finte resi­denze in palestra e non solo. Visto che an­che io, alla pari dei rom, voglio godere di pari opportunità, le chiedo, signora: a chi mi rivolgo per non avere al governo un ministro evasore visto che io l'Imu l'ho pagata? 


La Idem attacca tutti e non molla la cadrega


Josefa Idem va al contrattacco: "Mi hanno chiamata ladra e puttana. Non sono infallibile, ma sono onesta e non permetterò a nessuno di dubitarne"

 

 

 

Josefa Idem contro tutti ma non molla la poltrona. Nel suo italiano teutonico la ministra per le Pari Opportunità è andata all'attacco.

Dura e tagliente. Lo scandalo sui presunti abusi edilizi e il mancato pagamento dell'Imu è una verita bruciante e l'ex atleta, a fianco del suo legale, vuole fare vendetta. Inizia recitando a memoria il suo palmarès di vittorie mondiali, cercando di usare le medaglie come uno scudo per difendersi dalle accuse, poi passa all'attacco: "Le parole a volte sono pietre e sono state scagliate contro di me con inaudità brutalità e violenza". Si riferisce direttamente agli insulti dell'europarlamentare Mario Borghezio: "Mi hanno dato della ladra, della puttana". Una dichiarazione, quella dell'ex leghista, che ha subito scatenato una censura bipartisan. Tanta rabbia ma nessun passo indietro, come aveva precisato il suo ufficio stampa poche ore prima. Più che una conferenza stampa, quello della Idem, è uno sfogo in piena regola e in diretta tv. Poi si giustifica con il solito canovaccio già utilizzato nei giorni scorsi: "Ho imparato tanto durante i miei anni di impegno sportivo, ma non a fare la commercialista o la geometra o l’ingegnera. Dunque ho delegato tutte le mie funzioni amministrative ad alcuni esperti". Insomma: io non c'entro nulla, hanno fatto tutto a mia insapura. Un copione noto. E dunque scarica il barile sui suoi collaboratori: "Avevo chiesto ai miei collaboratori che tutto fosse fatto a regola d’arte e secondo la legge. Per come ho ricostruito la vicenda, ci sono state alcune irregolarità, me ne scuso, me ne assumo le responsabilità e sanerò quel che c’è da sanare. Non sono infallibile ma sono una persona onesta e non permetterò a nessuno di dubitarne". Poi arrivano le scuse con la precisazione, nient'affatto scontata, che non lascerà il suo incarico. "Per come sono riuscita a ricostruire la vicenda, sui lavori edili ci sono state alcune irregolarità e ritardi. Me ne scuso e me ne assumo le responsabilità come ogni cittadino e sanerò quello che si dovrà sanare", ha detto l'ex olimpionica. Poi la palla passa all'avvocato, perché la Idem si è presentata nella sala conferenze di Palazzo Chigi direttamente col suo legale. "Non c'è nessun reato  - ha detto l'avvocato Luca Di Raimondo -. La contestazione è stata mossa il 17 giugno e il ministro ha pagato la sanzione il giorno successivo, si trattava solo di irregolarità» di carattere amministrativo.  Quanto alla questione relativa a Ici e Imu, non è vero che non sono state pagate. Non è vero che è stata fatta una dichiarazione falsa: il 4 febbraio, entro il termine di legge del 28 febbraio valido per qualsiasi contribuente, è stata dichiarata quale fosse la dimora familiare. Il pagamento con ravvedimento operoso è previsto dalla legge, ma è stato letto come un’iniziativa volta a correre ai ripari in maniera tardiva". Dopo l'"arringa difensiva" la parola passerebbe ai giornalisti ma la Idem, dopo aver risposto a qualche quesito, si allontana lasciando in sua difeda l'avvocato Di Raimondo. La Idem rischia di vincere una nuova medaglia: di arrampicata sugli specchi.

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Josefa Idem e Imu-Ici non pagata: si deve dimettere?

RispostaVotiPercentuale
 
80%
No
 
19%



p.s.) se il soggetto fosse stato l'On. Berlusconi tutta la stampaccia di sinistra sarebbe insorta.
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Nudo in passerella mentre sfila D&G

L'uomo e' stato circondato dalle forze dell'ordine e allontanato dal palco




      

 

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