Era una tranquilla Domenica di metà aprile,pioveva.I miei amici mi avevano dato buca,e per il pomeriggio avevo in programma di stravaccarmi in salotto a guardare il gran premio.All’epoca avevo circa diciannove anni,ed ero quello che si dice un bel ragazzo,alto,moro.,che piaceva alle ragazze,ma anche alle mamme.
Tutto il mio programma ando’ in fumo verso mezzogiorno,allorchè mia madre mi disse”guarda che oggi pomeriggio vengono a trovarci Luigi e Bruna”come dire,se fai conto di metterti in salotto,trovati un altro posto;aggiunse anche”cerca poi di passare a salutare,ci tengo”.
“si sono trasferiti da poco in paese, e voglio farteli conoscere”
Va bena ma’ dissi.
Che rottura di palle,questa copia di amici dei miei,erano pressappoco della loro età,sui quarantacinque,era da un po’ che non li vedevo,lui era una mezza sega,magro magro credo anche impotente in quanto non avevano figli,ma gelosissimo,tant’è che teneva la moglie chiusa in casa.Lei,me la ricordavo come una bella donna,ma avevo un ricordo molto sfumato,perché era da qualche anno che non la vedevo.
Il pomeriggio,andai in camera mia a guardare la corsa,e a una certa ora,mi decisi ad andare in salotto,per fare un saluto a questi amici dei miei,e poi ero incuriosito di rivedere Bruna:
Feci il mio ingresso in salotto,mia madre fece le presentazioni,lui non era cambiato per niente,Bruna invece era uno schianto,ma soprattutto,negli occhi, mentre le stringevo la mano,vidi una gran fame di cazzo.
“Tu devi essere Paolo”mi disse,mentre mi scoccava due baci sulle guance,provocando un certo movimento al mio inquilino,aveva un profumo eccitantissimo.
Bruna era di media statura,trucco un po’ pesante,labbra carnose,indossava un maglioncino abbastanza ampio,credo imposto dal marito geloso,sotto a quel maglione nonostante tutto si indovinavano due mammelle che dovevano essere enormi.
Sotto portava una gonna lunga fino al ginocchio;ma il suo pezzo forte erano le calze,nere,ricamate a fiori,come quelle che si mettono le mignotte,quando vanno ad aspettare i clienti in strada.
Era seduta su una poltrona,io misi su una sedia di fronte,,mi lanciava occhiate di fuoco,mentre il marito parlava con mio padre;Ne approfitto’ anche per accavallare le gambe e mostrarmi che sotto portava il reggicalze,vidi benissimo il bianco della coscia,contro il nero dellla calza e il gancetto del reggicalze:
Mi sorrise languidamente,mentre fingeva di mettersi a posto,mentre il mio cazzo iniziava ha raggiungere misure imbarazzanti Decisi di alzarmi,salutai educatamente,e una volta in camera mia,mi sparai un bel segone a due mani,pensando a quello che avevo visto.
Mi sorrise languidamente,mentre fingeva di mettersi a posto,mentre il mio cazzo iniziava ha raggiungere misure imbarazzanti Decisi di alzarmi,salutai educatamente,e una volta in camera mia,mi sparai un bel segone a due mani,pensando a quello che avevo visto.
Dovevo saperne di più,anche perché la tipa,sembrava essere una gran porca,con una grossa fame arretrata.
Quella sera ,dopocena,i miei erano ancora in salotto,e parlavano,fortunatamente per me,proprio dei loro amici.
“Certo che quel Luigi,è sempre il solito coglione” diceva mio padre,”
“hai visto come la manda vestita,con quel maglione enorme,per cercare di nasconderle le tette”
Già aggiunse mia madre,lei sarà una gran porca, lui la fa vestire come una suora, e poi le fa portare quelle calze,hai visto Paolo come la guardava,e lei come se la mangiava con gli occhi?
“Certo che se è mio figlio,buon sangue non mente,aggiunse mio padre”
“Comunque Luigi, la tiene chiusa in casa, figurati che la lascia uscire solo il Lunedi’ mattino,per andare in banca e al mercato,me l’ha detto lei,disperata”
Buono a sapersi,pensai io,faro’ in modo di trovarmi da quelle parti di Lunedi’
Fu cosi’ che mi misi in caccia,passo’ un lunedi’,ne passo’ un altro,e non ero riuscito a vederla,finchè il terzo lunedi’ la vidi e mi diedi da fare per agganciarla.
Era sempre vestita come una suora,soprabito lungo e gonna fino ai piedi,feci un giro largo,fino a quando le capitai davanti come per caso:”Oh,ciao Bruna che piacere incontrarti”
“Ciao Paolo,cosa ci fai da queste parti”mi disse, con una voce da porca in calore mentre mi scoccava due baci umidi sulle guance.
“Niente,dovevo andare in banca,e sto facendo un giretto,se hai finito,posso darti un passaggio e portarti le borse”
“Con vero piacere”rispose,le presi le borse e ci incamminammo verso la mia macchina,quindi dirigemmo verso casa sua, che era a breve distanza,una casetta isolata con giardino.
Scesi,le diedi una mano a scendere le borse della spesa”Non so come ringraziarti,devi assolutamente entrare per un caffe,e farmi un po’ di compagnia,sai sono sempre tanto sola”
“Tuo marito è fuori?chiesi per tranquillità
“Si mi ha già telefonato due volte stamattina,dovrà stare fuori fino a stasera,ma adesso mettiti comodo in salotto,mentre io metto su il caffè e mi metto qualcosa di più fresco”
Mi misi su una poltrona,la sentivo armeggiare in cucina,poi la sentii entrare in quella che credevo la sua camera,avrei voluto sbirciare dal buco della serratura,ma poi pensai che era meglio di no.
Torno’,dopo qualche minuto con il vassoio dl caffe’.
Il cazzo mi si rizzo immediatamente:Si era cambiata,si era tolta quell’orribile tunica,adesso portava una semplice camicetta bianca,da sotto cui sbucavano tue tettone enormi,una gonna nera con uno spacco,calze nere e scarpe rosse con i tacchi”
Passai in azione,mentre mi dava ancora le spalle,le infilai una mano in mezzo a quelle cosce di velluto,su su fino ad arrivare alla passera,che era già completamente bagnata.
Lei si volto’inizia a baciarla sulla bocca,strappandole la camicetta,da cui uscirono due tettone enormi,con dei capezzoli grossi come un arancia,avrei voluto succhiarli,ma lei aveva fretta,aveva troppa fame di cazzo,mi apri’ i pantaloni,il mio cazzone da ventitre centimetri era al massimo dell’erezione,mi fece sedere,e quindi si impalo’ sul mio uccellone,scopandomi lei,dondolando il culo che mi sentivo morbido morbido tra le mani.
Continuava a scoparmi come se fossi un toro da rodeo,”mmhhh,siiiiii come sei bravo,pompami pompami dai”finchè venne con una serie di orgasmi multipli”vengo,vengo siii ,gooodooooo”,mentre intanto eiaculavo selvaggiamente dentro di lei,riempendola di sborra.
“Chissa cosa penserai di me”,disse,staccandosi da me,con un sorriso,grosso cosi’,ma vedi,erano anni che non mi gustavo un bel cazzone,e ho pensato che era meglio approfittarne.
“Ho capito subito che eri una gran porca,e sono sicuro che non ti è bastato “le risposi
La feci inginocchiare davanti a me,lei prese il mio cazzo tra le mani,e inizio un mega pompino.Doveva essere stata una vera esperta,prima leccava tutta l’asta,poi se lo metteva tutto in bocca,dandomi dei colpetti con le dita sulle palle,per non farmi venire;ad un certo punto,mi accolse im mezzo alle sue tettone morbide ,e iniziai a scoparla in mezzo ai seni.
Il cazzo al solo contatto con quei globi di carne morbida e calda,divenne ancora più duro,”scopami le tette,sono la tua porca”mentre continuava a farmi una spagnola eccezionale,finchè venni,”ssiiii,gooodo,siii,bruna sei una porcona,siiiii”mentre fiotti di sborra,le ricoprivano le tette,che lei leccava avidamente.
Ci sdraiammo esausti sul tappeto. Sapevo che lei ne voleva ancora,ma dovevo ricaricare.
Iniziai a baciarla in bocca,lingua contro lingua,poi scesi fino al suo ombelico,con la lingua che guizzava dentro e fuori,poi scesi piu’ in basso,inizia a baciarla sulla passera,mentre lei a gambe larghe iniziava ad eccitarsi,tirandosi i capezzoli. Con le dita allargai il varco ed entrai dentro di lei,con la lingua in profondità,fino a che iniziai a sgrillettargli il clitoride con la lingua provocandole ondate di piacere:Inizio’ a dimenare i fianchi selvaggiamente su e giù,sempre più velocemente,strofinando la sua carne umida,contro la mia faccia,finchè completamente posseduta dal godimento,esplose in una serie di rauche grida”siii,dai,dai siiii,goooodo,siiiiiii.ancora,ancora,siiiiiiii”ululava,culminando in un’orgasmo che la lascio’ come svuotata.
“Non avevo mai provato niente di simile,sei proprio bravo sai,sono esausta”
Ma io sapevo che ne voleva ancora:salii a cavalcioni del suo petto,il suo godimento,mi aveva di nuovo eccitato e il mio uccellone era di nuovo bello duro;lei lo prese di nuovo in bocca,assaporandolo con gusto.
“Voglio montarti come una vacca”le dicevo mentre la facevo mettere a pecorina,mi misi dietro di lei,la vista di quel culone bianco,il contrasto con il reggicalze e delle calze nere mi gaso’ al massimo,appoggiai la cappella nella fessura delle natiche,strusciandola su e giu’,poi con un colpo secco entrai nella vagina,che era bagnatissima,iniziai a chiavarla,con i coglioni che sbattevano contro le chiappe del suo culone”Basta,basta,mi fai morire,mmmmhhhhhh,siiiii,mmmhmhhhh”muggiva,finchè, con le palle che scoppiavano, venni anch’io dentro di lei.
Lei era completamente esausta,ma soddisfatta”lo sai che non avevo mai goduto cosi’ tanto,sei proprio bravo;quando ci rivediamo?
“Al mercato,lunedi’ prossimo,anche perché penso che ti piacerà prenderlo in culo.
Da allora ci siamo visti tanti lunedi’.
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